Bellingham e Kroos, la Champions League e l’avvertimento dell’Atalanta: Carlo Ancelotti
Il allenatore del Real Madrid racconta in dettaglio la sua visione in un’intervista a El Chiringuito in occasione della finale di Champions contro il Borussia Dortmund, sabato sera a Wembley: ecco le sue parole.
PRESAGI NEGATIVI ALL’INIZIO DELLA STAGIONE – “Sì, ricordo bene anche la fiducia del club nel fare le scelte giuste, come l’ingaggio di Joselu, Fran García, Bellingham. Anche se abbiamo perso un pezzo importante (Benzema) nelle ultime due stagioni, sapevamo di avere risorse in attacco come Vinicius, Rodrygo, Bellingham. Conoscevamo la qualità che Bellingham avrebbe portato e abbiamo deciso di rinforzarci con profili come Joselu, esperto nel gioco aereo, e con il ritorno di Brahim, che ha fatto molto bene al Milan, al posto di Asensio”.
IL GIUDIZIO SUI RISULTATI E L’AMBIENTE – “Personalmente, penso che ci sia sempre un dubbio quando il Real vince. Il Real Madrid non è mai veramente felice, la sua vera motivazione è vincere a tutti i costi per portare felicità ai suoi tifosi. Ma ogni volta c’è un ma: ‘hanno vinto la Liga ma giocano male’. No, non ha senso, se hai vinto significa che sei stato superiore agli altri”.
L’IDENTITÀ DEL BARCELLONA – “Il Barcellona ha costruito la sua storia negli ultimi anni grazie a un gioco ben definito con giocatori come Xavi, Iniesta, Busquets…”.
ADATTARSI AI PROFIILI DEI GIOCATORI – “Senza dubbio. Quando hai talenti come Xavi, Iniesta, Busquets e Messi, è naturale adattare il gioco per sfruttare al meglio le loro caratteristiche. Ma quando hai un profilo diverso, bisogna trovare modi diversi di giocare. Ora si parla molto di costruzione dal basso, ma se hai difensori con poca abilità tecnica, è meglio giocare palle lunghe il prima possibile”.
L’ESONERO DI XAVI – “Fa parte del mestiere dell’allenatore. Capisco che Xavi possa sentirsi infastidito per quanto è successo, ma con il tempo penso che comprenderà che fa parte del lavoro. Quando manca un buon rapporto tra società e allenatore, la soluzione migliore è separarsi. Ho passato per situazioni simili, a Napoli, al Bayern Monaco, al Chelsea… La separazione può essere positiva sia per Xavi che per il Barcellona”.
L’ANEDDOTO CON JOSE’ ANGEL SANCHEZ: ‘IL MIGLIOR ALLENATORE DEL MONDO E’ AL TELEFONO’ – “Ho sempre avuto un ottimo rapporto con il presidente e con José Ángel Sánchez. Quel giorno lo chiamai per discutere di possibili acquisti… Abbiamo scherzato un po’. Sapevo che Zidane stava per partire e gli chiesi se aveva già trovato un allenatore. Mi rispose ‘ancora no, stiamo valutando alcuni nomi’. Allora gli dissi: ‘Devi scegliere il meglio per il Real Madrid!’ Mi chiese chi fosse il migliore e io gli risposi: ‘Cosa, hai già dimenticato il 2014?’ Da lì iniziò un dialogo che ci portò velocemente ad una decisione”.
IL RUOLO DEL TEMPO NEL DIVERTIRSI – “Con il tempo si impara a gestire meglio la pressione. Il lavoro è impegnativo, ma grazie al mio carattere riesco ad affrontarlo al meglio e ho fiducia nelle persone che mi circondano”.
COME GESTISCE LA TENSIONE – “Il mio modo di rilassarmi è praticare sport. Mi piace isolarmi, senza distrazioni. Quando corro o faccio esercizi mi concentro solo su me stesso. Il calcio è importante per me, ma non più della pace e dell’equilibrio che trovo nella mia famiglia e nel mio lavoro. Le sconfitte e i momenti difficili vanno affrontati con serenità, sia nello sport che nella vita”.
L’IMPORTANZA DEL FAMIGLIARE – “È stato un colpo di fulmine. Quando la incontrai a Londra, le dissi che un giorno ci saremmo sposati. Da allora, mi dà molta tranquillità. È di origine canadese, ma ha radici spagnole”.
PROGETTO DI ANDARE IN CANADA – “Mi piacerebbe passare del tempo in Canada, dove posso fare cose che qui non è possibile, come fare la spesa al supermercato o camminare per strada senza essere riconosciuto. Nonostante ciò, trovo la vita a Madrid molto bella”.
L’ADDIO DI BENZEMA E L’INTRODUZIONE DI BELLINGHAM – “E’ stato un amore a prima vista con Bellingham. Non sembra avere 20 anni, sapevo fin da subito che sarebbe stato un giocatore maturo e professionale. Il suo approccio è stato serio, professionale e privo di ego”.
L’EGO NEI GIOCATORI – “L’ego è un aspetto importante nel modello di gioco. Nel nostro caso, c’è poco ego. Bisogna distinguere tra ego e personalità: un grande ego nasconde una grande personalità. Sergio Ramos è stato un esempio di grande personalità. L’ego non è negativo se non sminuisce la personalità del giocatore. Per esempio, Cristiano aveva un grande ego ma anche una forte personalità. L’equilibrio tra ego e personalità è fondamentale”.
KROOS LASCIA PER NON ACCETTARE LA PANCHINA – “Il futuro dirà cosa succederà. Potrebbe aver deciso di concludere la sua carriera al massimo livello. Anch’io apprezzo l’idea di dirigersi verso il top prima di dire addio. La sua decisione va rispettata, anche se avrà un impatto su di noi. Perdiamo un giocatore importante, ma abbiamo già in mente come sostituirlo con giocatori come Tchouameni, Camavinga, Valverde… Il nostro stile di gioco potrà cambiare, ma il risultato finale rimarrà lo stesso”.
LE PAROLE DI KROOS – “Mi ha ringraziato. Sono grato a Kroos per il contributo che ha dato al calcio. La sua immagine e il suo ruolo sono stati impeccabili, sia per il Real Madrid che per me che ho avuto la possibilità di allenarlo per anni”.
MODRIC – “Luka ha il diritto di fare le sue scelte. Sta vivendo una stagione eccezionale. Ha avuto difficoltà all’inizio a causa di un minor minutaggio, su cui abbiamo discusso mentre Casemiro era ancora in squadra. Dopo la finale di Parigi, ho avuto una chiacchierata con loro tre (Kroos, Modric e Casemiro). Ho detto loro di abbassare leggermente il profilo e ho spinto i giovani a pazientare, sottolineando che i veterani avevano ancora molto da dare”.
DIFFICOLTÀ NEL FARSI COMPRENDERE DA MODRIC – “Inizialmente sì. Poi, con il tempo… All’inizio, i tre giocatori hanno sofferto molto quando ho deciso di lasciarli fuori a Bilbao. Ho cercato di tranquillizzarli, spiegando che ci sarebbe stata una pausa e che durante la Champions League avremmo meglio gestito la rosa”.
MBAPPE’ – “Sono affascinato da Mbappé e dal Real Madrid”.
L’ESPERIENZA AL REAL MADRID – “Lavorare nuovamente al Real Madrid è stato un’esperienza gratificante. Madrid è speciale per me, così come lo è Milano. Tra tutti i club in cui ho allenato, il Real Madrid e il Milan occupano un posto particolare. Sono un suo tifoso entusiasta e soffro molto guardando le partite di basket”.
PALLONE D’ORO – “La lotta per il Pallone d’Oro di quest’anno è tra Vinicius e Bellingham. Dovremo osservare le loro prestazioni nella finale di Champions League, agli Europei e in Copa America. Entrambi hanno possibilità di vittoria”.
VINICIUS – “Con Vinicius ho lavorato molto sul campo. È un giocatore molto concentrato sulle proprie azioni e sugli allenamenti. Ha dovuto affrontare molte critiche, ma è riuscito a rimanere concentrato. Abbiamo lavorato insieme per migliorare la sua capacità di finalizzazione. Inizialmente era abituato a giocare sulla fascia, ma è riuscito ad adattarsi a giocare nel ruolo di trequartista. La sua capacità di segnare lo rende pericoloso in quella posizione e continuerà a crescere”.
IL RUOLO DELLA FASCIA SINISTRA – “Vinicius incontra più difficoltà a giocare sulla sinistra. Gli ho consigliato di esplorare questa posizione. Dopo aver giocato più spesso al centro, ora gli suggerisco di ritornare sul lato esterno di tanto in tanto. La versatilità è un elemento cruciale e dobbiamo adattarci alle caratteristiche dei nostri giocatori. Questo è un principio irrinunciabile”.
ESENTIRSI FAVORITI E’ SINONIMO DI VITTORIA? – “In alcuni contesti forse sì, ma non qui. Anche noi percepiamo questa sensazione. La vittoria dell’Atalanta non ci spaventa, ma ci rende più vigili”.
PREOCCUPAZIONI PRIMA DELLA PARTITA – “Gli infortuni. Durante l’allenamento si possono verificare incidenti che portano alla perdita di un giocatore, ma al di là di questo non ci sono altre preoccupazioni. Siamo concentrati e preparati per una partita difficile, come tutte le finali, e siamo pronti ad affrontarla con determinazione”.
SUPERSTIZIONI – “La vigilia di una partita, se ho riposato bene la notte prima, sì. Cerco di fare un pisolino, ma non sempre ci riesco. Il momento prima della partita è molto intenso: tra il pranzo e il riposo, è difficile liberarsi dai pensieri negativi. È più facile lasciarsi trasportare da pensieri negativi che positivi, ma è importante cercare di mantenere la mentalità positiva. I pensieri negativi possono venire, ma bisogna saperli gestire e superare”.
AL 85′ CON IL REAL IN SVANTAGGIO 1-0 – “Rimani calmo. Ho vissuto situazioni simili molte volte. Può accadere di nuovo, perché no? È successo a Lisbona, contro il City, contro il Bayern… E può succedere ancora”.
FLORENTINO PEREZ È UN CONNAISSEUR DEL CALCIO? – “Sì, Florentino conosce il calcio ed