domenica, Ottobre 6, 2024

Doping: 4 anni di squalifica per il giovane prodigio Asinga! Sostanza trovata effettivamente nell’integratore, ma…

Dopo quasi un anno, l’AIU ha deciso di sospendere per 4 anni Issam Asinga, giovane fenomeno dello sprint mondiale, per utilizzo di una sostanza dopante. (Da junior aveva battuto persino Noah Lyles due volte l’anno scorso in competizioni ventosissime in Florida, oltre al 9.89 che sarebbe stato il record mondiale U20, migliore del 9.91 di Letsile Tebogo, e record del Sudamerica, visto che Asinga, americano di fatto, ha scelto la nazionale del Suriname).

Analisi della Vicenda

Interessante esaminare il suo caso per due ragioni principali:

  • Era minorenne all’epoca dei fatti e, come in molte leggi globali, avrebbe dovuto seguire un differente percorso punitivo.
  • Il tipo di sostanza trovata, la cui origine sarebbe stata rintracciata in un integratore, non ha impedito al Tribunale di emettere una sentenza di condanna. Scopriamo come la Corte è giunta a questa conclusione.

Sostanza Rinvenuta

Nel luglio del 2023, Asinga è risultato positivo al GW1516, una delle sostanze più individuate negli ultimi anni (utilizzata originariamente per trattare obesità, diabete e altri disordini metabolici, ma attualmente bandita per l’uso umano).

La Difesa di Asinga

Il ragazzo ha dichiarato che la sostanza era presente nei “Gatorade Recovery Gummies” per atleti, gomme che rilasciano nutrienti rigenerativi durante la masticazione. Secondo Asinga, tali gomme gli sarebbero state consegnate durante la cerimonia di premiazione del Gatorade National Boys T&F Athlete of the Year. Ma non esiste prova che Asinga abbia masticato queste gomme prima della competizione in cui è stato trovato positivo. Chi si riprende mentre consuma un integratore o una barretta, magari con il giornale del giorno in vista? Ma c’è di più.

Problemi di Contaminazione

La questione chiave è se la sostanza fosse realmente presente nel prodotto. Le analisi hanno rivelato aspetti interessanti che hanno indebolito la difesa di Asinga.

Il legale di Asinga ha consegnato due confezioni non sigillate dello stesso prodotto, nelle quali è stata trovata la stessa sostanza riscontrata nel campione biologico di Asinga.

Il Verdetto della Corte

La Corte ha stabilito che queste evidenze non potevano confermare l’innocenza di Asinga, non solo per l’incapacità di collegare cronologicamente l’assunzione con la gara successiva, ma soprattutto per una anomalia rilevata durante l’analisi di laboratorio.

Infatti, si è scoperto che la concentrazione di GW1516 era maggiore sulla superficie della tavoletta piuttosto che all’interno, suggerendo che la contaminazione non proveniva dalle materie prime. Inoltre, le barrette erano state certificate e testate dall’organo sanitario americano, e, a conferma definitiva, una confezione sigillata esaminata nel laboratorio di Losanna non ha rilevato alcuna presenza di GW1516. La sentenza considera questo scenario, anche se non dimostrato (avrebbe potuto raddoppiare il periodo di sospensione).


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