domenica, Aprile 20, 2025

Ferrari e il capitale umano: il top per i team automobilistici.

Ferrari e McLaren: forze leader alternate

La straordinaria stagione di Formula 1 2024 ha reso avvincente anche il Gran Premio di Città del Messico, una gara che storicamente ha sempre offerto poche emozioni, eccetto nel primo giro. È stata conquistata dalla Ferrari guidata da Carlos Sainz, grazie ai meriti di squadra e pilota, autori di un fine settimana davvero eccezionale. La strategia del team di Maranello sugli assetti è stata precisa: si è puntato sui punti di forza, ossia le prestazioni in rettilineo e nei tratti più lenti, consapevoli che questo avrebbe giovato anche alla gestione delle gomme, decidendo di focalizzarsi nella parte centrale del circuito, quella con curve veloci e cambi di direzione. Questa scelta ha avuto successo, anche grazie a un Sainz in ottima forma e, soprattutto, ha permesso alla Ferrari di recuperare un notevole numero di punti nella classifica costruttori, un obiettivo dichiarato apertamente da tutto il team di Maranello. Lo stint iniziale con gomme medie e temperature elevate ha premiato particolarmente Sainz, che, una volta tornato in testa, ha potuto esprimere il potenziale della monoposto in aria libera, creando un divario significativo con gli avversari.

Per Charles Leclerc, giunto in seconda posizione dopo gli incidenti di Norris e Verstappen, la situazione si è complicata fin da subito: come anticipato alla vigilia, il tracciato messicano richiede di rimanere costantemente nella finestra ideale di funzionamento, per ragioni di prestazione e affidabilità. Il problema principale è che un pilota che si trova con temperature troppo alte o troppo basse ha enormi difficoltà a riportare tutto nel giusto ambito. Infatti, Leclerc, nei primi giri, ha cercato di avvicinarsi alle vetture davanti a lui per guadagnare posizioni, ma ha alzato le temperature d’esercizio e ha dovuto lottare per riportare tutto nella giusta finestra. Una situazione analoga si è verificata più avanti, nel secondo stint, quando si è trovato bloccato dietro a Stroll per circa mezzo giro, perdendo temperatura nelle gomme e senza riuscire a recuperarla, con un’escursione fuori pista in un salvataggio incredibile mentre tentava di superare Norris. Un equilibrio delicato in cui auto e pilota devono navigare, ma ha visto prevalere McLaren e Norris nel secondo stint, grazie a temperature più basse e gomme dure, in cui l’inglese ha mostrato il miglior passo del gruppo, circa due decimi più veloce di Sainz e oltre tre di Leclerc. In sintesi, possiamo affermare che Ferrari e McLaren si sono alternate come forze predominanti in pista dal punto di vista delle prestazioni.

Piloti Ferrari: un vero valore per il finale di stagione

Se la SF-24 ha compiuto enormi miglioramenti in termini di prestazioni mentre McLaren a volte mostra segni di superiorità, il team del Cavallino ha trionfato nelle ultime due gare grazie, oltre che a un grande progresso tecnico, anche alla qualità superiore dei suoi due piloti. A Città del Messico, il team guidato da Andrea Stella avrebbe potuto ottenere risultati significativi sia nella classifica piloti, con un buon giro di Lando Norris il sabato che avrebbe potuto mantenerlo davanti a Verstappen, sia in quella costruttori se Piastri non avesse compromesso il weekend con una brutta eliminazione nel Q1. Sainz e Leclerc continuano a esprimere prestazioni elevate, e in queste due gare quando uno dei due non ha il tocco magico, l’altro è sempre pronto con conseguenze dirette in una crescita significativa nella classifica costruttori. I due “Carli” sembrano sempre rispettarsi, ma sono anche chiaramente avversari in pista, con un clima che non sempre è collaborativo, e con la rottura di questo equilibrio che, si spera, arriverà in tempo per evitare un’escalation negativa. Entrambi, comunque, stanno dimostrando professionalità e talento e sono senza dubbio uno dei punti di forza che il team di Maranello può sfruttare fino ad Abu Dhabi nella durissima battaglia per il titolo.

Il declino della Mercedes e la crisi della Red Bull

Dietro al nuovo gruppo di testa costituito da McLaren e Ferrari, si collocano Mercedes e Red Bull. Il team di Brackley sembra essere ancora in difficoltà con l’ultimo pacchetto di aggiornamenti e afflitto dall’ultimo passo compiuto da Ferrari, affondando in una stagione ormai priva di ambizioni e che, probabilmente, diventerà un laboratorio fino alla fine dell’anno, soprattutto sui set-up e la correlazione, il vero tallone d’Achille della squadra di Toto Wolff. Per il team campione del mondo in carica, la situazione si complica sotto vari aspetti. Verstappen rimane l’unica speranza per Horner e i suoi, con la RB20 che attualmente non è nemmeno una vettura da podio, e il pilota olandese in questa fase della stagione corre solamente per se stesso e per conquistare il titolo, compiendo manovre decisamente controverse, come evidenziato all’Hermanos Rodriguez. Sebbene le modalità di corsa di Verstappen possano essere ampiamente criticate, è indubbio che il fatto che, dopo miracolose prestazioni in qualifica o al via, si ritrovi regolarmente con un passo inferiore rispetto a chi lo insegue faccia una grande differenza, con l’olandese che lotta con tutto il possibile per un titolo per il quale non ha armi per vincere, eccetto quella di ostacolare la rimonta del suo principale rivale. La Red Bull ha mantenuto la caratteristica di una vettura rigida e reattiva nel misto ad alta velocità, ma il team sembra incapace di trovare assetti che permettano una gestione ottimale delle gomme anche in gara, con Verstappen che lamenta frequentemente di non poter attaccare come vorrebbe durante gli stint di gara. L’altro lato del box, quello di Perez, è arrivato forse al momento più critico del suo percorso in Red Bull, con atteggiamenti dell’ingegnere di pista di Checo nei team radio che denotano evidente insofferenza. È particolarmente difficile attualmente pensare che Perez possa rimanere un’altra stagione al suo posto, e ora che la gara in Messico è trascorsa, forse si potrà sbloccare la situazione anche con una risoluzione anticipata. In generale, il team di Milton Keynes sembra attraversare una crisi di difficile gestione, aggrappandosi al probabile titolo di Verstappen, ma deve prestare molta attenzione a non scivolare in una spirale ancor più negativa nelle ultime gare.

Interlagos: una sfida di grande interesse

Con questo scenario tecnico, la sfida di Interlagos diventa ancor più avvincente. Il circuito brasiliano presenta meno tratti “stop & go” e curve più lunghe e veloci, dove, teoricamente, la McLaren dovrebbe avere un vantaggio rispetto alla Ferrari e dove, forse, la Red Bull potrebbe tentare di raddrizzare in qualche modo questo finale di stagione. Il format della Sprint dovrebbe poi favorire maggiormente chi ottiene buone performance in qualifica, un altro punto problematico per la SF-24. È altrettanto vero, tuttavia, che l’approccio dei weekend che abbiamo visto dai piloti di Vasseur nelle ultime gare, dal punto di vista di set-up, preparazione e strategie, è stato pressoché impeccabile, per cui appare plausibile che il team di Maranello potrà dire la sua anche sul circuito di San Paolo.

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