venerdì, Ottobre 11, 2024

I risultati della prestazione di Leclerc nella pole position a Monaco sono straordinari.

La sfida a tre adesso coinvolge Monaco

Il turno di qualifiche a Monaco non delude le aspettative, con una sessione estremamente combattuta e incerta fino all’ultimo istante, da cui alla fine emergono in testa Charles Leclerc e la sua Ferrari, ma con certamente meno agio rispetto a quanto visto nelle prove libere. Per Leclerc un Q1 con alcuni problemi di bilanciamento e anche un pezzo di cartellone pubblicitario conficcato nell’ala anteriore avevano dato segnali di preallarme, e la brillantezza mostrata nelle prove libere sembrava meno evidente sin da subito.

Durante la sessione è emersa nella SF24 una certa vulnerabilità all’avantreno, che ha condizionato le prestazioni, tanto che il pilota monegasco ha ritrovato il suo ritmo quando è stata aumentata ulteriormente l’incidenza dell’ala anteriore, restituendo la sensazione di un avantreno leggermente più stabile, sebbene non perfetto.

Alla fine gli avversari per la Ferrari sono state le due McLaren e la RedBull di Max Verstappen (con Perez 18esimo a confermare le difficoltà della RB20), confermando che in questa fase della stagione c’è un grande equilibrio tra le tre monoposto e che a fare la differenza sono le caratteristiche dei circuiti e i dettagli tecnici e di guida dei piloti. Analizzando i dati del giro finale di Leclerc e Oscar Piastri troviamo dei risultati sorprendenti.

McLaren performante anche nelle curve lente, Ferrari aggrappata ai rischi di Leclerc e alla presa a terra

Fotografie di confronto

Dal confronto grafico si evince che la McLaren, i cui ingegneri hanno chiaramente trovato il giusto bilanciamento dell’assetto tra le curve lente e quelle veloci, mettendo insieme tutto ciò che è stato visto durante le prove libere e risolvendo un’equazione che sembrava inizialmente complicata. La MCL38 ha infatti trovato la performance anche nelle curve lente dopo gli aggiornamenti portati, e Oscar Piastri aveva addirittura il tempo pole sul tavolo, considerando che combinando i suoi migliori settori si ottiene un tempo sul giro ideale di 1:10.200, cioè 70 millesimi più veloce rispetto a quello di Leclerc. Tuttavia, l’australiano non è riuscito a mettere insieme tutti i suoi migliori settori nell’ultimo giro come ha fatto Leclerc, dimostrando come il fattore umano incida quando i valori sono così ravvicinati. È importante sottolineare che per un giovane come Piastri, il risultato è già eccezionale, considerando che è arrivato in prima fila superando un compagno di squadra con tanta esperienza come Norris. Tornando ai dati del giro, si nota che all’inizio Leclerc riesce ad avere un leggero vantaggio su Piastri grazie a una trazione particolarmente “esplosiva” in uscita dalla curva Saint Devote, ma nelle frenate complesse come al Massenet e nei tratti successivi fino al Loews è l’australiano a guadagnare terreno poco alla volta, registrando un primo intertempo migliore di 83 millesimi rispetto a quello del pilota Ferrari. Nel tratto molto lento, Leclerc a tratti si riavvicina, anche se all’ingresso del Portier sembra che Piastri allunghi leggermente. Una piccola scivolata nella seconda curva del Portier per l’australiano e il ritorno di una trazione “clamorosa” per la Ferrari riportano il vantaggio di Leclerc a zero all’uscita del tunnel, dove la chicane del porto permette al pilota rosso di riprendersi il vantaggio, mantenendolo fino all’arrivo alle Piscine. Piastri non molla e sferra un attacco forte alla prima curva delle Piscine, ma l’approccio provato da Leclerc durante tutte le prove alla seconda curva, più chiuso in ingresso per favorire la trazione in uscita, riporta la SF24 numero 16 in vantaggio, con una chiusura di giro in cui la Ferrari mostra un vantaggio sui dossi all’ingresso della Rascasse rispetto alla concorrenza e dove Leclerc dà un’ultima spinta “con il cuore” per concludere il giro con il miglior tempo.

Ferrari con un retrotreno solido e i successi di Leclerc

In sintesi, la Ferrari ha mostrato un retrotreno particolarmente solido, sia dal punto di vista aerodinamico che, soprattutto, meccanico, con una trazione “esplosiva” che ha fatto la differenza in termini cronometrici, come del resto avviene in modo evidente su queste vetture. Leclerc ha avuto più di un merito, prima di tutto nel resistere anche quando la pole sembrava sfuggirgli di mano a causa di un feeling non perfetto con la sua monoposto, e nel massimizzare le potenzialità della vettura, mantenendo la concentrazione quando mancava grip all’anteriore in frenata o in alcune curve lente, per poi sfruttare al meglio il posteriore potente. Costruire il weekend in modo così aggressivo è stato a sua volta un fattore determinante, perché il margine creato da Leclerc in termini di feeling di guida, spingendo fin dall’inizio, è stato sufficiente per garantirgli una pole molto significativa nonostante le reazioni della vettura non fossero perfette come sperava. Dall’altra parte, una McLaren straordinaria conferma di essere una vettura veramente completa, in grado di spaventare qualsiasi avversario.

RedBull in difficoltà, Max non può essere sempre un alieno

Riguardo agli avversari, la RedBull sulle strade del Principato è apparsa in difficoltà, principalmente perché sta diventando evidente che gli ingegneri di Milton Keynes non riescono a far funzionare adeguatamente la vettura quando è necessario ammorbidire la sospensione. Verstappen ha commesso un errore nell’ultimo tentativo, dopo aver spremuto al massimo le potenzialità della vettura, nel tentativo di lottare per una prima fila forse alla sua portata, ma gran parte del merito va al suo enorme talento, che però non può compiere miracoli ad ogni gara. Certamente l’errore di Max è costoso, poiché la partenza dalla sesta posizione rischia di escluderlo dalla lotta per il podio, ma è la dimostrazione che la RB20 non aveva più nulla da dare e che l’olandese era già al limite massimo.

La gara: Safety Car e le strategie di pit stop i grandi rischi per Leclerc

Per Leclerc arriva la terza pole position a Monaco, ma, incredibilmente, il pilota monegasco non è mai salito sul podio nella gara di casa. Che sorpassare sia impossibile nelle strette stradine del Principato con queste vetture enormi è un dato noto, e anche alla partenza basta uno scatto sufficientemente buono per mantenere la posizione in testa all’imbuto di Saint Devote. Per questo, i rischi maggiori per la vittoria, oltre a eventuali errori o problemi di affidabilità, per Leclerc arriveranno dalla scelta del momento del pit stop e dei giri vicini ad esso e dalle eventuali comparsate della Safety Car che potrebbero ribaltare la situazione in classifica. Senza giri di parole, questa sarà la volta giusta per Leclerc? Le premesse ci sono tutte, ma la gara va disputata e portata a termine, e così come le qualifiche sembravano facili ma sono state durissime da conquistare, la gara sarà vinta solo al passaggio sotto la bandiera a scacchi.

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