martedì, Ottobre 15, 2024

I segreti miei” Real Madrid, Ancelotti: “Mi adeguo e non sono ossessionato dal gioco del calcio. Ho detto no a Baggio, Zidane e ho segnato 5 gol a De Zerbi

Di Carlo Ancelotti si conosce praticamente tutto. L’istruttore del Real Madrid tuttavia ha divulgato alcuni segreti della sua carriera, alcune negazioni di cui si pente e il modo con cui affronta le sfide che gli si presentano. Lo ha fatto in una lunga intervista al Times, a pochi giorni dalla sesta finale di Champions League della sua esperienza da allenatore, Real Madrid-Borussia Dortmund di sabato.

  • IL SEGRETO DEL SUCCESSO –Adattarsi è la chiave, altrimenti non sarei sopravvissuto fino al 2024. Prima della partita sono estremamente ansioso. Le due-tre ore prima sono terribili, mi vengono brutti pensieri. Poi quando l’arbitro fischia l’inizio sono sereno, la paura si trasforma in ottimismo, i battiti del cuore scendono da 120 a 90 e qualsiasi cosa succeda mi sento a mio agio. Anche in conferenza stampa. Ed è tutto perché non sono ossessionato dal calcio: mi è sempre piaciuto, sia da allenatore che da giocatore, ma non ne sono fanatico”.
  • I NO –A Baggio a Parma dissi che non c’era spazio, non volevo un numero 10 in squadra: fu un errore e quando andai alla Juventus cercai di cambiare idea. Arrivò Zidane, era un numero 10 ed era il giocatore più importante della squadra: compresi che dovevo essere io ad adattarmi. Volevo cacciarlo dopo l’ennesimo ritardo ma Paolo Montero fu capace di fermarmi. Da Zidane in poi ho sempre considerato le caratteristiche dei giocatori prima di costruire il sistema di gioco. E oggi a uno come Baggio direi di venire, che poi troviamo una soluzione”.
  • DE ZERBI –Avere una sola identità di squadra è un limite. Ricordo questa partita di Champions contro lo Shakhtar Donetsk allenato da Roberto De Zerbi: ottima squadra, quello che Roberto faceva con i terzini, il modo in cui giocavano, era davvero eccellente. Dissi ai miei giocatori che non dovevano pressare, perché era quello che volevano loro: non abbiamo pressato e abbiamo vinto 5-0. Per me non c’è uno stile, non esiste un modo di fare le cose alla Ancelotti perché lo cambio sempre. E considero i miei giocatori.
  • REAL –Vinicius e Rodrygo sono attaccanti fantastici, ma amano partire larghi quindi abbiamo iniziato col 4-3-1-2, con Bellingham da numero 10. Dopo una partita contro l’Atletico in cui abbiamo preso tre gol ho capito che dovevamo cambiare. Ma lo abbiamo fatto senza mettere in difficoltà i giocatori, senza forzarli a fare cose che non appartengono al loro modo di giocare. Il Borussia Dortmund è un’ottima squadra, umile e che lavora sodo. Ma siamo umili e lavoriamo sodo anche noi. Abbiamo vinto la Liga perché non ci sono divi qui, dai giovani ai veterani. L’umiltà è importante”.

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