Analisi critica della situazione
È eticamente corretto non dimenticare la nostra posizione iniziale. Almeno riguardo all’opinione di chi sta scrivendo queste parole. In passato, su queste pagine, avevamo richiesto ‘rispetto per Luciano Spalletti’, sottolineando che non c’erano opzioni reali; l’Italia avrebbe dovuto contare sul suo allenatore per cercare di tirare fuori il massimo possibile.
No, le cose non sono andate bene. Non ci sono molte ipocrisie. L’Italia ha nascosto un ‘fallimento totale’ dietro a un ‘fallimento parziale’. L’unica cosa che l’ha salvata dall’umiliazione totale è stato un gol all’ultimo minuto, sull’ultima azione, all’ultimo respiro, all’ultima speranza. Non è stata una mossa brillante per coloro che osservano dall’esterno con ragionamento e chiarezza. Ma sì, anche noi, come esseri umani normali, forse abbiamo cercato il significato più profondo, il segno divino, dietro a quel gol che ha cambiato il corso della partita e ci ha portato in finale, quel gol che ‘ora cambia tutto’. Ma in realtà, non è cambiato nulla.