Le valutazioni
10 e plauso a FILIPPO GANNA. Celebra commosso, senza trovare le parole per un successo che mancava da nove mesi in totale e tre anni al Giro: dopo la delusione di Perugia, dove ha visto sfrecciare davanti a lui Pogacar, sfrutta al meglio un percorso più adatto a lui, viaggiando ben oltre i 53 di media, come solo il re della cronometro può fare.
10 a TADEJ POGACAR. Sui tempi di Ganna per metà gara, non accelera nella seconda parte, da specialisti. Così oltre a un ricco vantaggio sulla concorrenza porta a casa anche le energie che torneranno utili nel tappone di Livigno: considerando che ne parla da giorni come di una giornata mostruosa, indovinare chi sarà il mostro.
9 alla INEOS. Tre nei primi quattro, cinque nei primi dodici, solo perché Sheffield si complica la vita finendo in terra in una curva, non una novità. Risultato impressionante, non certo sorprendente, che al team inglese fa quasi rimpiangere che le prove contro il tempo al Giro siano individuali e non di squadra.
7 ad ANTONIO TIBERI. Bravo in salita, bravo in cronometro, in ogni occasione conferma di essere pronto su tutti i terreni. Non è più un mistero, né si nasconde: adesso nei tapponi può ribadire che il suo buon Giro ha tutte le carte in regola per diventare eccezionale, senza accontentarsi del quinto posto, ma puntando al podio.
6 a GERAINT THOMAS. Spingendo con una marcia alta come una padella da festa paesana (66 la moltiplica maggiore), chiude al quarto posto e scala al secondo posto in classifica. Ma osservando attentamente, lascia a Pogacar altri 45 secondi, allontanandosi ulteriormente da lui: bilancio positivo per chi compete per il secondo posto, non per la vittoria finale.
6 a FILIPPO ZANA. Non è la sua specialità, diventa però la sua giornata: i suoi progressi contro il tempo non solo gli consentono di limitare i danni, ma anche di salire al settimo posto. Una volta finiti gli esami contro il tempo, arriva la montagna: è il terreno ideale per costruirsi un futuro, inserendosi nelle posizioni più nobili.
5 DANI MARTINEZ. Campione nazionale colombiano della cronometro, oggi mostra soltanto i distintivi, non il valore. Perde da tutti, tanto da Pogacar, abbastanza anche da Thomas, che infatti lo sorpassa. Per lui c’è spazio per recuperare nei tapponi. Si parla di piazzamento finale, non di vittoria.
5 a LORENZO FORTUNATO. È una valutazione al tempo impiegato, ma è un risultato che non sorprende. Anche se può aver migliorato nella cronometro, non è il suo punto di forza: a Perugia è andato meglio grazie alla salita finale, qui trova un percorso pianeggiante e infatti paga. Ha subito la possibilità di rifarsi: da ora in poi, solo montagna.
4 a ROMAIN BARDET. Una giornata no, dicono gli esperti. Ma è dall’inizio del Giro che il francese, brillante in primavera, anziché brillare si spegne. Fino ad ora non ha fatto risultati importanti, ora può migliorare in montagna, magari puntando a una tappa: considerando come ha gareggiato finora, sembra un compito arduo.