domenica, Aprile 20, 2025

Imponente Ferrari, ma la McLaren supera le aspettative. Vince una squadra sostenuta da investimenti arabi.

Eccezionale Ferrari. Tuttavia, la McLaren si è rivelata superiore e ha ottenuto il titolo mondiale costruttori dopo 26 anni dall’epoca di Hakkinen e Coulthard, i veri protagonisti di quel successo. Ora è stato Lando Norris a garantire la certezza del campionato per la squadra di Woking, un trionfo più che meritato, giunto al termine di una stagione straordinaria in cui la Ferrari si è avvicinata progressivamente ma non in modo sufficiente per contendere il titolo fino alla fine. Anche se il sventurato incidente alla prima curva di Abu Dhabi tra Verstappen e Piastri ha dato per un attimo l’illusione che il sogno di Maranello potesse realizzarsi. Successivamente, è stato Norris, che è partito in testa e vi è rimasto fino al traguardo, a mettere le cose in chiaro, portando alla McLaren i punti della sicurezza.

Alla fine, le distanze sono state solo 14 lunghezze tra Ferrari e McLaren e in questo margine si evidenzia la superiorità di Woking in termini di risultati: 6 vittorie rispetto a 5 e 8 pole position contro 5, risultati che devono molto a un italiano d’esportazione, l’ingegner Andrea Stella, capo del team che la Ferrari, anni fa, lasciò andare come se nulla fosse. La McLaren partiva da una situazione difficile, con problemi economici, mentre la Ferrari possedeva la squadra, i piloti, il budget e la tradizione per puntare al massimo. Paradossalmente, la Ferrari ha deluso proprio nelle ultime tre gare, quelle che teoricamente avrebbero dovuto favorirla. Ma dal Cavallino si sperava in una reazione forte che aprisse le porte a un futuro migliore (queste attese si ripetono da tempo) e la reazione c’è stata. Ovvero, le aspettative per l’anno prossimo sono improntate a un ottimismo frutto di un crescita evidente del team, anche se alla fine si dovrà affrontare la concorrenza.

C’è un aspetto curioso ma significativo: per la prima volta, in Formula 1 si registra il trionfo di una squadra con capitali completamente arabi, quelli di Mumtalakat Holding, il fondo sovrano del Bahrein che ha progressivamente acquisito il controllo della McLaren.

Lando Norris, tra pole position e predominio sulla pista di Abu Dhabi, si è rivelato l’uomo chiave nel momento cruciale, poiché tutto il gran premio è stato guidato da lui fin dall’inizio. Si temeva che Lando non reggesse, eppure ha mantenuto i nervi saldi ed è stato padrone della corsa a ogni giro, con una McLaren che aveva un vantaggio di 2/3 decimi a giro sulla Ferrari. Piastri, stringendo i denti, è riuscito a guadagnare il punto del decimo classificato, dopo una corsa in affanno, nelle retrovie, oltre a una penalizzazione di 10 secondi per un incidente con Colapinto. Ma per quanto riguarda la collisione con Verstappen, la responsabilità – come hanno sottolineato anche i commissari – è stata solo dell’olandese, che in nessun punto della curva ha mai messo le ruote davanti a Piastri: l’australiano stava semplicemente seguendo la sua traiettoria, spettava a Verstappen capire che non ci sarebbe stato spazio per lui all’interno.

Ritornando alla Ferrari, è necessario sottolineare la prestazione strepitosa di Sainz, secondo classificato a 5”8 e di un eccezionale Leclerc, giunto terzo dopo essere partito 19° e aver effettuato ben 11 sorpassi (complice anche qualche ritiro) durante il primo giro. Senza i problemi alla vigilia, la Ferrari avrebbe avuto un uomo in più in grado di mettere in discussione le certezze della McLaren. Un vero peccato, ma che grande gara! E che bravo Sainz, all’ultima apparizione in rosso. Al suo posto, nel 2025, ci sarà un enigmatico Hamilton, giunto quarto nel gran premio d’addio con la Mercedes. Ottimo, ma resta un interrogativo su quale possa essere il suo rendimento a Maranello. Parliamo comunque del più grande di tutti i tempi, quindi, nonostante i 40 anni, prepariamoci al meglio, perché no?

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