Un lampo di felicità, che si manifesta a 30 secondi dalla conclusione di un incontro oggettivamente non eccellente per la Nazionale, al 97° e 30 secondi non si è presentato.
C’era piuttosto la delusione di un’altra partita ancora problematica, sotto tono e difficile da descrivere… Senza cercare le motivazioni che in fondo erano state parzialmente previste nei giorni precedenti.
Ma poiché il calcio regala queste novelle, queste narrazioni da consumare in un fiato, abbracciandoci come abbiamo fatto tutti al gol di Zaccagni, possiamo dire che l’Italia prosegue.
Ed è l’aspetto più importante poiché l’Italia prosegue in una edizione degli Europei che potrebbe ancora offrirci dei miglioramenti.
È evidente che la squadra è questa e non ci sono spazi per illudersi. È altrettanto evidente che è necessario riflettere su una qualificazione che arriva anche con un pizzico di fortuna (anche se va notato il gesto tecnico di Zaccagni, con un gol che ha ricordato Del Piero nel 2006).
Tuttavia, da questo match devono emergere dei spunti, delle indicazioni
e non sto parlando del modulo, del gioco e della teoria del dominio né del dualismo tra prestazione di qualità e risultato – mi riferisco ai calciatori.
Perché alcuni sostituti hanno offerto qualcosa in più e, in generale, i giocatori più attesi hanno fornito, in negativo, le risposte che conoscete.
