di VALERIO BARRETTA
Il ricordo di Villeneuve da parte della Ferrari
Per i sostenitori della Scuderia Ferrari e gli amanti della Formula 1, l’8 maggio rappresenta una data di commemorazione e ricordo. Quarantadue anni fa, Gilles Villeneuve perse la vita sul circuito di Zolder durante le prove del Gran Premio del Belgio.
La Ferrari ha voluto commemorare questo anniversario attraverso tutti i propri canali social, insieme al compleanno di Oliver Bearman, che oggi compie 19 anni. Il ciclo della vita.
La morte di Villeneuve poteva essere evitata, senza dubbio. Non tanto per le condizioni di sicurezza della vettura e del tracciato, che all’epoca erano ben lontane da quelle odierne, ma per come si sono svolti gli eventi che hanno portato a quel tragico fine settimana. Un mese prima c’era stata la squalifica a Long Beach (la sua Ferrari 126 C2 presentava un inedito doppio alettone posteriore con due profili non paralleli ma montati uno dietro l’altro). Due settimane prima, il 25 aprile 1982, a Imola si era verificata la rivalità interna con Didier Pironi in un Gran Premio che Villeneuve ritieneva di poter vincere da solo, nonostante la protesta di Brabham e Williams che avevano boicottato la gara per contestare la squalifica di Jacarepaguá.
Villeneuve si aspettava un deciso intervento della Ferrari contro Pironi dopo essersi visto sfuggire la vittoria a Imola per quello che considerava un tradimento (dopo che dal muretto box era stato esposto il cartello ‘slow’, interpretato dal canadese come ‘mantieni le posizioni’, mentre il francese lo superava). Considerato scudiero di Jody Scheckter nel 1979 e dopo due anni di rivalità tecnica, Villeneuve si aspettava un chiarimento netto da parte della Ferrari nei confronti di Pironi. Ma questo chiarimento non arrivò. Quel Gran Premio fu il capitolo finale per l’Aviatore, che giunse in Belgio con un’enorme rabbia, e pur di battere Pironi nelle qualifiche finali, decise di scendere in pista con pneumatici usati: il resto, purtroppo, è storia nota, con Villeneuve che urtò Jochen Mass e fu catapultato contro un palo delle reti di protezione a Zolder.