All’improvviso, la svolta.
Come da consuetudine nelle recenti estati romaniste, giunge un momento in cui L’impatto e l’incertezza per un mercato lento si trasformano in entusiasmo generale. Questa volta i tifosi non seguono le trattative relative a Mourinho, Dybala o Lukaku da jet privati, ma attendono con trepidazione le notizie sulle trattative concluse. Oggi è arrivato il promettente difensore svedese Dahl, lunedì potrebbe essere il turno di un talento già pronto per la Serie A come Soulè e presto, magari, arriverà il grande attaccante ucraino Dovbyk, acquistato dalla squadra di Madrid.
La consistenza delle operazioni evidenzia la nuova potenza del club. Dopo i 23 milioni spesi per Le Fee (forse troppi), ecco, con i bonus inclusi, 6 per Dahl, 30 per Soulè e 30-35, se sufficienti, per Dovbyk, 1.5 per Sangarè e il trasferimento a zero per Ryan. Quasi 100 milioni di investimenti, come ai tempi della prima finestra di mercato dei Friedkin.
Segnali di rinforzo giungono nella settimana in cui la Roma ha presentato al sindaco (e al mondo) il progetto del nuovo stadio da costruire a Pietralata. Non è casuale che la svolta dell’estate 2024 giunga dopo l’annuncio ancor più importante per il futuro della Roma: i Friedkin si sono ritirati dalla trattativa per acquistare l’Everton. A parte le rassicurazioni superficiali, c’era il rischio che l’impegno e il denaro dei texani fossero indirizzati al club inglese, creando una situazione difficile da gestire emotivamente nella Capitale.
Dopo numerose riflessioni al computer, discussioni con l’attivissimo (anche al telefono) De Rossi sulle caratteristiche necessarie per migliorare la squadra e coinvolgimento in varie trattative, la Roma ha tracciato la propria strada. Questa mostra una filosofia opposta a quella dell’era mourinhana: ora i Friedkin acquistano giocatori, preferibilmente giovani e con salari sostenibili. Addio ai prestiti di breve durata, addio agli investimenti per creare una squadra ‘instant’, il club mostra finalmente un’idea di squadra futuristica, da costruire e modellare sul campo, concedendosi il giusto tempo per farlo.
Questo però non è sufficiente a dissipare i dubbi sulla reale competitività della Roma a livelli di vertice del campionato. Mancano un terzino destro titolare, almeno un difensore centrale e un attaccante esterno che giochi sulla fascia sinistra. Soulè può essere un buon acquisto, ma rimane il dubbio sulla sua compatibilità tattica in campo con l’amico Dybala. Si potrebbe anche migliorare il centrocampo, aggiungendo un po’ di fisicità, ma per le correzioni finali c’è tempo e intanto è necessario provare a vendere calciatori con scarso mercato come Karsdorp e Smalling.
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