Carlo Ancelotti conquista la sua quinta Champions League da coach, la terza con il Real Madrid
dopo le due ottenute con il Milan. Ancelotti nella sua carriera ha trionfato in questa competizione, la sua Coppa, in tutte le modalità: ai calci di rigore, strappandola all’ultimo respiro dei tempi regolamentari e poi dilagando nei tempi supplementari, oppure, ancora, in modo deciso, pur rischiando qualcosa, come oggi contro il Borussia Dortmund. A completare il quadro ci sono anche le due Coppe dei Campioni vinte da calciatore, con il Milan. Solo due le sconfitte nell’atto finale, una da allenatore (Istanbul) e una da calciatore (Roma-Liverpool, anche se non era in campo quella sera), per il resto è solo leggenda.
Non vi sarebbe stato bisogno di questo ennesimo successo per affermare che Ancelotti è il miglior allenatore di sempre a livello di club, in Europa
, ma Re Carlo ha voluto aggiungere questo ulteriore importante sigillo al suo regno. Ancelotti, abbracciato al termine del match sul campo di Wembley da Zinedine Zidane (tre Champions League consecutive come allenatore del Madrid, una da giocatore e una da vice di Ancelotti), ha trionfato con la sua solita classe: furbo, serio, concentrato, il numero uno nel motivare il gruppo ma senza creare tensioni eccessive, sempre con il sorriso sulle labbra e il celebre sopracciglio a fare da radar delle emozioni.
Nato nel 1959, Ancelotti ha rifiutato la panchina del Brasile per continuare a sognare e a trionfare con il Real Madrid
(“Sarà la mia ultima squadra”), dopo aver ottenuto (oltre che con i Blancos e con il Milan) anche con il Chelsea, il Paris Saint Germain e il Bayern Monaco, tutte squadre con le quali Carletto ha conquistato il titolo nazionale, un altro record. Cosa dire di più al termine di questa ennesima serata trionfale? Aspettiamo il prossimo successo: non sarà necessario per continuare ad onorare Ancelotti, ma arriverà, magari con Mbappé…
