sabato, Febbraio 8, 2025

L’ex assistente di volo Verdegay critica il deterioramento dello sport: nessuno trova piacere nella competizione

Sanzioni e norme

Anche durante l’ultimo weekend a Miami sono arrivate critiche nei confronti della Direzione Gara per alcune punizioni inflitte ai piloti considerate ingiuste o eccessive. Da tempo questo argomento è al centro dell’attenzione, insieme alle norme che spesso sono di difficile interpretazione per team e piloti. Un aspetto che non piace né ai partecipanti né al pubblico, ma il disappunto è stato espresso da un ex steward: Joaquin Verdegay.

Diminuisce l’interesse per gareggiare

Dopo una lunga carriera in F1 in questo ruolo, lo spagnolo è intervenuto nel podcast A Diario, riprendendo la dichiarazione di Fernando Alonso rilasciata a Miami, nella quale il due volte campione del mondo (dopo le punizioni subite in Australia e in Cina) aveva spiegato come eventuali sanzioni a Lewis Hamilton non sarebbero state applicate in quanto “non spagnolo”. Questo in seguito alla manovra aggressiva del britannico alla partenza della gara Sprint che aveva generato un contatto tra Alonso e Stroll. Verdegay ha espresso il suo punto di vista, affermando che non c’è una persecuzione contro gli spagnoli, ma una mancanza di controllo e una perdita di direzione che lo preoccupa e rattrista: “Perché hanno smesso di correre sotto la pioggia? E ora ci sono queste gare assurde dietro una safety car. Ma dove siamo? Ho la sensazione che stiamo rovinando questo sport. Credo che ora nessuno si diverta a correre.”

Un’occasione di divertimento

Nel suo personale parere, Verdegay ha condiviso le critiche dello spagnolo riguardanti la complessità dei regolamenti: “Naturalmente le sue lamentele sono legittime, i regolamenti possono essere difficili da interpretare, ma lui non vuole che tutto ciò che accade sia sanzionato. Non avrei dato una penalità ad Alonso in Cina e non avrei dato una sanzione ad Hamilton a Miami. Le gare sono pensate più come un’opportunità di festeggiare che come uno spettacolo sportivo, si ha l’impressione che il Gran Premio di Miami sia un evento organizzato per vendere vassoi di nachos.”

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