Protezione a tutti i costi
Durante l’ultimo Gran Premio del Messico, Max Verstappen ha messo in atto due azioni nei confronti di Lando Norris che gli sono costate complessivamente 20 secondi di penalizzazione. Nella sua ostinazione di mantenere la seconda posizione, il campione del mondo ha inizialmente costretto il suo avversario titolare sull’erba, per poi entrare in curva 7 in modo aggressivo, costringendolo a optare per la via di fuga. Due manovre fortemente criticate da Damon Hill, che ha gareggiato contro Michael Schumacher durante la sua carriera (tra l’altro perdendo il titolo mondiale del 1994 a causa di un contatto controverso nel GP d’Australia), e che fu squalificato nel 1997 per aver tentato di creare un contatto con Jacques Villeneuve nell’ultima corsa del campionato a Jerez.
Il punto di vista di Eddie Jordan
Un’epoca, quella degli anni ’90 e 2000, in cui si ricordano anche il team Jordan, fondato da Eddie Jordan. Nel podcast Formula for Success, l’irlandese ha condiviso la sua visione su quanto accaduto in Messico, notando come lo stile di Verstappen somigliasse a quello di Schumacher, pilota che lanciò in F1 nel 1991: “In Messico è stato molto rude – ha commentato – sentite, sappiamo che è Schumacher in disguise, non è vero? Onestamente! Max è un demonio non appena si siede al volante. Indossa il casco e gli spuntano le corna. Penso che in Messico abbia ricevuto una bella strigliata, e spero che apprenda da ciò, perché alcune delle cose che abbiamo visto non sono necessariamente ciò che avremmo voluto osservare. Comunque, quella è stata la gara di Max, questo è il suo modo di correre e non ha intenzione di modificarlo. Probabilmente ha ereditato questo da Jos, suo padre”.
Concorda anche Coulthard
Un’opinione condivisa anche da un altro pilota che ha gareggiato contro Schumacher, David Coulthard, il quale ha sottolineato la necessità di una certa ‘determinatezza’ in pista: “Max è il Michael Schumacher dei giorni nostri, disposto a superare i limiti per comprendere quali sono le linee di confine sportive – ha dichiarato lo scozzese – ritengo che questo faccia parte del suo DNA, del suo successo, del fatto che ogni pilota sa di dover affrontare le avversità con decisione. Penso fosse inevitabile, dopo le discussioni su quanto accaduto ad Austin, che venissero imposte delle sanzioni in Messico, ma non credo che Max reagirà diversamente se si ripresenterà la stessa situazione. Non mi aspetto quindi che nulla cambi. In effetti, il fatto che sia differente dagli altri è ciò che lo caratterizza. Ogni sport ha bisogno di campioni e antagonisti e di tutto ciò che sta nel mezzo”.