di VALERIO BARRETTA
GP Monaco, valutazioni dei piloti meritevoli
- Charles Leclerc. Contiene tutto: il sogno, l’attesa, la sconfitta e il riscatto. Una narrazione da film, sporca solo da una corsa che si può definire tale solo perché c’è una bandiera a scacchi alla fine. Si sarebbe messo al centro della pista pur di vincere, e in questa F1 abituata alle celebrazioni noiose (“Bella gara, ben fatto, ci vediamo domani?”) è positivo sentire piloti urlare, emozionarsi, comunicare qualcosa. Le vittorie di Norris a Miami e di Leclerc a Monaco (ma anche di Sainz a Melbourne) sono linfa vitale per uno sport che rischia di diventare banale a causa del dominio. Chiedere un Campionato aperto può essere eccessivo, ma sperare che la competizione non finisca presto è legittimo.
- Oscar Piastri. Viene criticato, ma stare dietro a Norris non è certo una colpa. Sta seguendo un percorso di crescita costante e solido, anche se con una vettura migliore. Non bisogna dimenticare che è un pilota del 2001, alla sua seconda stagione in Formula 1, e ha già vinto una gara (meno importante). Brilla, nonostante sia messo in ombra dal suo compagno in grandissima forma. McLaren ha in casa due potenziali campioni del mondo, rendendoli la coppia più interessante del Circus: entrambi ci faranno divertire e potrebbero anche arrivare a scontrarsi se e quando Piastri non sarà più un semplice esecutore.
- Kevin Magnussen. Può piacere a qualcuno, ma sembra il decimo giocatore di calcetto chiamato solo per completare la squadra, consapevole che non vedrà mai la palla ma si farà male le tibie. Si può ridere, finché non diventa serio. Ieri, uno yacht guidato da Taki Inoue al sesto Coca Buton avrebbe fatto meno danni.
GP Monaco, valutazioni dei piloti non all’altezza
- Max Verstappen. Questo weekend sembrava di Ocon, che si litigherebbe con la racchetta. Anche la robotica olandese può commettere errori, ma sono spesso causati dalle difficoltà incontrate dalla Red Bull negli ultimi tre weekend. L’FIA: se un incidente del genere non viene investigato, vuol dire che non si vuole squalificare un pilota. L’FOM: Domenicali fa più incontri importanti di Meloni, cerca di portare lo spettacolo della F1 in tutto il mondo ma permette domeniche del genere.
- FIA&FOM. Con tutto il rispetto per Magnussen, il fatto che sia ancora libero nel paddock è colpa dell’FIA: se un incidente del genere non viene indagato, vuol dire che non si vuole squalificare un pilota. Successe anche l’anno scorso con Gasly a Melbourne, solo che allora arrivò in soccorso Ocon. Qual è il senso del sistema di punteggio se non si prendono provvedimenti? Domenicali è impegnato in incontri con capi di stato e ministri, cerca di portare lo spettacolo della F1 in tutto il mondo ma accetta domeniche del genere.
- Sergio Perez. Ogni anno, quando arriva la primavera, Checo sembra scomparire. Colpa degli aggiornamenti Red Bull che di solito vanno dalla parte del pilota con più punti. Durante le qualifiche è finito diciottesimo, su una Red Bull che non era dominante ma neanche una Haas del 2021. La solita storia potrebbe ricominciare, con Perez che si perde con le evoluzioni della vettura. Prima Red Bull poteva permetterselo, ma adesso se Perez non si sveglia, Max sarà da solo contro tutti. Già ora la Ferrari è a -24, non sarà una battaglia entusiasmante ma la classifica costruttori così compatta è un segno dei tempi che cambiano.