La forza emotiva: il vero segreto della domenica
Quando si parla del Gran Premio di Monaco, l’azione in pista è generalmente ridotta. L’edizione del 2024 ha ulteriormente abbassato l’asticella, grazie alla quasi completa mancanza di pit stop dopo la bandiera rossa iniziale. Pare ovvio affermare che non ci sia molto da analizzare tecnicamente sulla gara. Sainz e Leclerc hanno definito eccellente il feeling con la Ferrari, dimostrando che, dopo qualifiche complicate, la SF24 si è comportata in modo ottimale con gomme dure e più carburante, tornando ai livelli delle prove libere.
L’accelerazione finale di Leclerc su Piastri suggerisce una superiorità della Ferrari rispetto alla McLaren nelle stradine del Principato. Tuttavia, non sappiamo se le difficoltà finali di Piastri fossero dovute ai numerosi giri nell’aria sporca dietro Leclerc, ai danni al fondo o alla superiorità della Ferrari. In ogni caso, le note della domenica monegasca sono soprattutto emotive, per una vittoria che Leclerc ha fortemente voluto e meritato. Questo ha trasmesso un forte senso del dovere a tutto il team Ferrari, culminato nelle lacrime al traguardo.
Detto ciò, non possiamo ignorare alcuni elementi che hanno attratto la nostra attenzione durante il weekend monegasco e su cui vogliamo riflettere ulteriormente prima di concentrarci sulle prossime gare.
Ferrari: la migliore in gara, ma Leclerc ha dovuto fare uno sforzo enorme in qualifica
Abbiamo già accennato che, sulla base di quanto visto in gara e nelle prove libere, la SF24 sembrava la migliore vettura sul passo gara, con un ottimo bilanciamento e gestione delle gomme. La qualificazione, momento cruciale del weekend, è stata complicata per diversi fattori: gomme soft, poco carburante e condizioni ambientali variabili. La monoposto di Maranello sembrava meno perfetta in qualifica, ma Leclerc è riuscito a mantenere la calma e la determinazione, soprattutto in Q1 e Q2, quando le prestazioni non erano all’altezza della pole. La sua determinazione ha portato quella confidenza e forza necessarie per ottenere il massimo dalla monoposto.
SF24: Trazione e assetto morbido le chiavi
I punti di forza visti a Monaco sulla Ferrari sono principalmente due: ottima gestione dei cordoli e asperità della pista e trazione esplosiva. Il primo aspetto deriva da una monoposto che si comporta bene con assetti sospensivi morbidi, mentre il secondo è dovuto a un retrotreno ben calibrato dal punto di vista aerodinamico e meccanico. Inoltre, la Power Unit ha mostrato una grande elasticità e gestione delle gomme. Questi aspetti saranno molto utili nel prossimo Gran Premio in Canada, dove la pista è caratterizzata da trazione e cordoli. L’interazione al retrotreno tra la nuova ala posteriore e gli aggiornamenti aerodinamici portati a Imola è stata molto efficace, aumentando l’efficacia dell’assale posteriore, aprendo nuove strade di sviluppo per la Ferrari.
McLaren: una monoposto completa
Il team McLaren esce da Monaco con soddisfazione dal punto di vista prestazionale. La MCL38 aveva avuto problemi con le curve lente, ma il pacchetto di Miami ha risolto buona parte di questi. Il giro ideale di Piastri in qualifica dimostra il potenziale della monoposto anche nelle curve lente, rendendola completa. Restano ancora alcune difficoltà sulla gestione delle asperità della pista, ma sono differenze marginali. Piastri è molto veloce sul giro secco, mentre Norris è tra i migliori nella gestione delle gomme sul passo gara.
RedBull: rigida ma ancora favorita
Infine, per quanto riguarda il team RedBull, la debacle a Monaco ha messo in evidenza alcune problematiche. La configurazione fortemente aerodinamica ha richiesto assetti molto rigidi, difficili da gestire in piste come Miami, Imola e soprattutto Monaco. Inoltre, sono almeno due gare in cui l’assetto preparato in fabbrica si è rivelato inefficace, indicando una scarsa correlazione tra simulazioni e realtà. Tuttavia, la RB20 rimane la favorita e sicuramente emergerà di nuovo su piste più congeniali, anche dominando alcuni weekend. Per Ferrari e McLaren è ancora presto per pensare alle classifiche iridate, ma ogni dettaglio farà la differenza, così come le abilità dei piloti.