Prima giornata di riposo del Giro d’Italia 2024 e primi resoconti. Dopo una settimana di competizioni, Tadej Pogacar è già in vetta alla classifica. Tra montagne e prove a tempo, il ciclista sloveno ha dimostrato di avere una solida opportunità di vittoria finale.
Pagelle della prima settimana del Giro
10 per TADEJ POGACAR. Esegue alla perfezione quanto ci si aspettava da lui, consolidando il Giro con due arrivi in salita e una cronometro in sette giorni. Non sorprende che domini la gara, correndo sempre in testa e finendo anche in volata: chi lo paragona deve ricordare come correva il leggendario corridore belga.
9 per DANI MARTINEZ. Sempre all’ombra del leader, il migliore tra gli altri corridori, con una strategia attenta per conservare energie. Evita di sfidare Pogacar, comprendendo che è una tattica vincente per cercare di conquistare il “Giro umano”.
8 per ANTONIO TIBERI. Inizio difficile, frenato da una doppia foratura a Oropa, ma non si arrende: migliora costantemente con una buona cronometro e una prova eccellente a Prati di Tivo, dove attacca due volte Pogacar. Ha sia la determinazione sia la forma per puntare più in alto, magari per un posto sul podio che finora la sfortuna gli ha negato.
8 per DAMIANO CARUSO. Corridore esemplare da sempre, conferma il suo valore anche in questo Giro. A 36 anni, nonostante bronchiti, antibiotici e cadute, lotta (in classifica) senza cedere. Dimostra ai giovani, a partire dal compagno Tiberi, che le cose si insegnano con l’esempio, non solo con le parole.
7 per LORENZO FORTUNATO. Si inserisce nella top ten grazie a una cronometro eccellente, la sua migliore in un grande giro. Riesce a compensare una giornata difficile in salita e si mantiene pronto a migliorare la sua classifica: venuto al Giro per sostenere il capitano Lutsenko, è diventato leader della squadra prima ancora del ritiro del compagno.
6 per GERAINT THOMAS. Anche lui fatica a tenere il ritmo di Pogacar, perché l’esperienza non è sempre sufficiente. Ma non demorde, rimane in terza posizione nonostante una cronometro deludente e guarda al futuro con ottimismo. “Dobbiamo seguire il nostro piano,” ripete, a meno che per piano non si intenda l’andatura.
6 per JONATHAN MILAN. Su quattro sprint, ne vince uno, mentre gli altri gli sfuggono a causa di finali imprevedibili e difficoltà organizzative con la squadra. Commette qualche errore, ma è ammirevole nel riconoscerlo: farà tesoro delle esperienze, dato che ha ancora molte opportunità per recuperare.
4 per ROMAIN BARDET. Arrivato in gran forma e con l’intenzione di lasciare il segno, il ciclista francese si spegne subito a Oropa e non mostra segnali di ripresa. La sua posizione in classifica, distanziato di quasi otto minuti da Pogacar, suggerisce un cambio di obiettivo: puntare alle singole tappe per migliorare la sua posizione.
4 per MATTEO FABBRO. È l’esempio di come i nostri giovani abbiano fretta di entrare nei grandi team piuttosto che investire su se stessi con pazienza: dopo essere stato utilizzato per anni come gregario, fatica a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Nonostante la fiducia della Polti, è attardato di un’ora e mezzo, quasi come un accelerato qualsiasi.