Bianco o nero? In F1 c’è anche il grigio
Durante un’interessante conversazione con i colleghi di RacingNews365, il responsabile tecnico della Red Bull Pierre Waché ha approfondito le cosiddette zone ambigue del regolamento di Formula 1 e le funzioni degli Steward della Federazione Internazionale, incaricati di monitorare il rispetto delle normative tecniche.
“Per trionfare è fondamentale far combaciare tutti i fattori, occorre una dose di prestazioni, una di operazioni e una di fortuna. Ma serve anche la presenza di buoni ‘supervisori’ (riferendosi agli Steward, ndr)”, ha puntualizzato, aggiungendo: “Quando vinci sempre, diventa un problema, poiché i supervisori si concentrano più su di te che su altri. È un po’ come avere un fratello minore, che può comportarsi come vuole“, ha concluso ridendo.
Critica alla scuderia Rossa
La analogia tra gli Steward FIA e le forze dell’ordine ha suscitato particolare approvazione in Waché, che ha continuato: “Quando esiste un autovelox tra due punti, le forze dell’ordine possono vederti esclusivamente in quei due punti e puoi accelerare notevolmente tra un rilevamento e l’altro, se non ci sono controlli sulla velocità media”.
Successivamente, Waché ha riflettuto su quanto avvenuto qualche anno fa: “Fa parte del gioco, ma esistono anche dei limiti. Se gli agenti non vedono, non vuol dire che sia legittimo. Ricordiamo quanto accaduto con la Ferrari in passato e diversi altri episodi, si è superato il confine. È frustrante per noi quando le forze dell’ordine non svolgono il loro lavoro”. L’accenno riguarda la power unit Ferrari 2019 e al successivo accordo non divulgato tra FIA e Ferrari, emerso all’inizio del 2020.
