Roma, 22 maggio 2024 – Le valutazioni della tappa 17 del Giro d’Italia redatte da Angelo Costa.
10 a Georg Steinhauser
Riesce a compiere ciò che non è riuscito né al padre Tobias, ex professionista con la Refin di Franchini, né allo zio Jan Ullrich: vincere al Giro. Ci riesce a soli 22 anni, con il coraggio che domenica lo ha portato sul podio a Livigno, con la determinazione di chi è convinto che quando le gambe sono buone non bisogna tirarsi indietro.
9 a Tadej Pogacar
Fa quel che gli pare, quando vuole, anche quando non ne ha voglia. Tre pedalate per staccarsi dal gruppo, un arrivo con agilità e facilità che sembrano un allenamento, ma continua a fare vuoto attorno a sé. Chi non si diverte, provi a immaginare cosa sarebbe stato il Giro senza un tale prodigio. O pensi ai Giri degli ultimi anni.
8 a Giulio Pellizzari
Dimostra carattere e forza andando a prendersi la cima Coppi, che a vent’anni è comunque un bel traguardo. Lo fa resistendo allo sprint di Quintana (valutato 5, perché al traguardo il colombiano sprinterà anche per il 15esimo posto), lo fa per ribadire la sua determinazione: ci sono le premesse, ora il resto seguirà.
7 ad Antonio Tiberi
Con astuzia, senza sprecare energia inutilmente, fa un altro passo avanti, recuperando una cinquantina di secondi su O’Connor, risultato che lo avvicina alla quarta posizione. Dopo quasi tre settimane conferma di sentirsi sempre meglio, un segnale positivo per continuare a puntare al podio.
6,5 a Dani Martinez e Geraint Thomas
I Duellanti per il giro degli umani fanno un po’ di rumore, finendo alla pari: il colombiano attacca, riuscendo a provocare solo Pogacar, mentre il britannico si limita a controllare, sapendo che a lungo andare la tattica può logorare l’avversario, senza certo parlare di chi indossa la maglia rosa.
5 a Romain Bardet
Fa lavorare la sua squadra per tutta la giornata per riportare indietro le fughe, più per paura della sua settima posizione in classifica che per cercare un attacco. Quando i suoi compagni si fanno da parte, la tappa prende la sua forma definitiva, ma da parte sua non arrivano segnali diversi da quelli che finora in questo Giro lo hanno visto più soffrire che imporsi.
5 a Ben O’Connor
Parla forte nella dura giornata di Livigno (“Questo Giro è uno degli eventi organizzati peggio, è in mano a dei dinosauri”, aveva dichiarato), ma mostra meno forza con le gambe, soprattutto sotto la pioggia: va in difficoltà quando il ritmo si alza nel finale, arrivando staccato e appesantito, come se il dinosauro fosse lui.