di FEDERICO ALBANO
La prima sessione di prove libere del Gran Premio del Messico non ha offerto particolari indicazioni, dati i programmi ampiamente variabili delle squadre, l’attenzione riservata ai giovani piloti e la lunga pausa causata da un grave incidente tra Albon e Bearman. Tuttavia, è possibile aver già intuito alcune scelte e peculiarità dei vari team, sebbene in modo piuttosto generico.
Mercedes cerca di sfruttare l’asfalto uniforme
Il team di Brackley, reduce da un fine settimana non particolarmente fortunato ad Austin, si presenta in Messico mantenendo dichiarazioni prudenti riguardo alle aspettative. La realtà sembra però rivelarsi più favorevole del previsto. Gli incidenti occorsi a Russell e Hamilton in Texas avevano messo in luce un chiaro problema di instabilità aerodinamica della vettura, causato dalle irregolarità dell’asfalto, ancora abbondanti nel circuito nordamericano. La pista di Città del Messico, sebbene non particolarmente emozionante nelle sue caratteristiche pure, offre un manto stradale eccezionalmente liscio e privo di asperità o avvallamenti, che permette agli ingegneri di abbassare notevolmente la vettura rispetto alla pista, irrigidendo conseguentemente il sistema sospensivo. Ciò significa che il grande problema di Russell e Hamilton a Città del Messico non dovrebbe riproporsi, anzi, la W15 potrebbe essere utilizzata al massimo delle sue possibilità, nonostante le recenti performance abbiano indicato che una serie di questioni rimane comunque irrisolta. Uno di questi aspetti riguarda la finestra di funzionamento della vettura, estremamente ristretta per il team di Toto Wolff, rappresentando un’incognita significativa su un tracciato che, a oltre 2000 metri di altitudine, ha mostrato in passato rapidi cambiamenti nelle condizioni della pista. Sicuramente, il weekend del team Mercedes è iniziato in modo positivo, anche per Kimi Antonelli, che ha dimostrato di lavorare bene sia per se stesso che per il team, ma le incertezze riguardo alla performance complessiva rimangono molteplici.
I dati: Mercedes ancora poco carica, Ferrari lenta nello snake
Esaminando i dati di telemetria di questa prima sessione, emergono alcune caratteristiche nella metodologia di lavoro. La Mercedes sembra affrontare il circuito messicano con poca carico aerodinamico, preferendo elevate velocità in rettilineo e concentrandosi sulla gestione della temperatura delle gomme piuttosto che sull’aumento di carico, che evidentemente non offre sufficiente sicurezza agli ingegneri. La Ferrari, dal canto suo, mostra con Carlos Sainz una velocità di punta non particolarmente elevata, anche a causa di una modalità motore che sembra piuttosto conservativa, ma con buone prestazioni nei tratti lenti, evidenziando reazioni positive sull’asse longitudinale della vettura, ovvero nelle fasi di frenata e accelerazione. La SF-24 appare però carente nel settore centrale della pista, nel cosiddetto “snake” che va da curva 7 a curva 11, con Sainz che ha perso addirittura 10 km/h rispetto a Oscar Piastri proprio in curva 7 e che sembra avere difficoltà a gestire il carico laterale, dove, forse, la deformazione della gomma soft causa delle problematiche all’assetto della rossa. Lo spagnolo, tuttavia, ha ottenuto la miglior prestazione nel terzo settore, il più lento, confermando quella che appare come un’evoluzione della vettura in termini di configurazione meccanica.
Red Bull ancora rapida nello snake, McLaren inudibile ma attenzione al nuovo fondo
Alle spalle di Mercedes e Ferrari, Red Bull e McLaren hanno mostrato maggiori difficoltà, almeno in questa sessione iniziale. Il team di Milton Keynes ha evidenziato ottimi riferimenti nei cambi di direzione del settore centrale, confermando ulteriormente la preferenza per quel tipo di curve, come già osservato in numerose altre occasioni in questa stagione, compresa l’ultima gara ad Austin. McLaren, invece, è apparsa per ora più “in una sorta di limbo”, senza spiccare per nessuna caratteristica specifica, ma è importante sottolineare che il team di Woking testerà una nuova versione del fondo, il principale elemento aerodinamico di queste monoposto, il che significherà che le prestazioni reali devono ancora essere completamente rivelate. Non solo per McLaren, comunque; il weekend messicano è appena cominciato e quanto osservato in pista è solo un’anticipazione di ciò che potrebbe accadere. Sarà interessante vedere nelle prossime sessioni quali sensazioni verranno confermate e come si evolveranno le performance dei vari team.