venerdì, Ottobre 11, 2024

Ullrich fa rivelazioni sul doping nel mondo del ciclismo: secondo lui, gli sponsor erano a conoscenza di tutto

Doping nel mondo del ciclismo: una verità nascosta

Roma, 12 settembre 2024 – Utilizzo diffuso di sostanze proibite nel ciclismo, per ottenere vittorie e soddisfare gli sponsor: un segreto di tutti. Tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila è emersa la verità nel mondo delle due ruote, con il crollo più eclatante che ha coinvolto il nome di Lance Armstrong, vincitore di sette Giro di Francia successivamente revocati. Il celebre ciclista statunitense ha ammesso pubblicamente di aver fatto uso di sostanze vietate, rivelando una realtà distorta di un’epoca segnata da azioni illecite svolte lontano dagli sguardi indiscreti, nelle stanze d’albergo o negli studi medici. In breve, l’utilizzo di certe sostanze era diffuso e nessuno parlava, finché era possibile farlo. Anche gli sponsor erano al corrente. È quanto sostiene Jan Ullrich, avversario di Armstrong in quegli anni.

Ullrich: “La diffusione del doping e la conoscenza degli sponsor”

Anche Ullrich è stato coinvolto, ma fino al 2006 le sue azioni sono rimaste nel buio. Dopo aver vinto il Giro nel 1997, è stato sconfitto prima da Pantani e successivamente da Armstrong, fino al 2006, anno in cui il ritiro del ciclista statunitense ha aperto la strada al successo di Ullrich quasi dieci anni dopo. Tuttavia, l’inizio del famoso scandalo Operación Puerto ha coinvolto anche Ullrich, portando alla sua esclusione dal Giro e al licenziamento dalla squadra. Inizialmente, Jan ha negato ogni addebito, ma poi gli esami del sangue hanno rivelato il suo coinvolgimento. Ha dovuto ammettere le proprie colpe e, a distanza di quasi vent’anni, ha deciso di tornare sull’argomento: “In quegli anni, il doping era diffuso e credevo di agire come tutti gli altri ciclisti”, ha affermato in televisione tedesca Wdr. “Il ciclismo era come una famiglia per me e non volevo deludere nessuno. Ho mantenuto il silenzio”. Solo quando Armstrong ha confessato le sue trasgressioni, Ullrich ha trovato il coraggio di fare altrettanto: “Quando la verità su Armstrong è emersa, ho ammesso di aver fatto uso di sostanze proibite. Ciò ha dimostrato che non era un problema ristretto a pochi ciclisti, ma un sistema diffuso e organizzato”, ha sottolineato ancora Ullrich. Quello che sorprende oggi, a distanza di tanti anni, è che anche gli sponsor fossero consapevoli del problema e che lo accettassero. In pratica, nel mondo del ciclismo popolare, vincere portava benefici anche agli sponsor. Secondo Jan: “Dopo aver confessato, non ho subito conseguenze legali. Gli sponsor sapevano esattamente cosa stesse accadendo e mi pagavano bene. C’era una sorta di tacito accordo per non discutere del doping finché le vittorie arrivavano”.

Le conseguenze del passato hanno pesato molto su Ullrich, portando alla depressione e all’abuso di alcol. Il corridore tedesco ha raccontato: “Il whisky era diventato il mio compagno, ma in un centro di riabilitazione ho capito che dovevo rinunciare all’alcol e alle droghe. Dopo tante sofferenze, ho capito che dovevo cambiare la mia vita”.

Attualmente il ciclismo sembra più trasparente, anche se talvolta alcune performance eccezionali sollevano ancora dei dubbi. Ma da un’altra prospettiva, c’è una maggiore sensibilità alla salute che spinge gli atleti a mantenere le distanze da sostanze pericolose, cause potenziali di gravi malattie in futuro. In passato c’era meno informazione e consapevolezza su questo tema, ma sicuramente maggiormente irriguardo.

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