La minaccia è costantemente presente
“Trionfa per Antoine”. In questo modo Pierre Gasly incitava Charles Leclerc sulla griglia di partenza del Gran Premio del Belgio a Spa nel 2019, gara disputata subito dopo la tragedia di Antoine Hubert, pilota francese legato alla Renault, deceduto nella Feature Race della F2 a causa di un impatto ad altissima velocità all’uscita di Eau Rouge tra la sua monoposto Dallara e quella di Juan Correa che ha colpito la vettura di Hubert con una traiettoria che ha portato al suo decesso (anche Correa ha dovuto affrontare un lungo periodo di riabilitazione a seguito delle fratture alle gambe subite nell’incidente).
Leclerc non deluse Gasly conquistando la prima vittoria in F1 in onore di ‘Tonio’, Sebastian Vettel terminò la gara al quarto posto svolgendo anche un ruolo importante nel frenare Lewis Hamilton nella sua rimonta su Leclerc. Il quadruplo campione del mondo non poteva mancare a Imola per commemorare il 30esimo anniversario della morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger (Vettel guiderà domenica la McLaren del 1993 di Senna prima del GP).
Vettel ha confessato di aver pensato di smettere durante il weekend di Spa e quindi di non gareggiare quella domenica di celebrazioni per la Ferrari e per Leclerc: “Memoro ancora la chiamata con mia moglie dopo l’incidente di Hubert, riguardo al motivo per cui avrei dovuto tornare in pista, ma alla fine ho deciso di farlo perché è ciò che amo fare”, ha raccontato Vettel come riportato da motorsport-total.com. “Tutti i piloti ancora traggono beneficio da quel weekend del 1994 – ha aggiunto Vettel riguardo alle tragedie di Senna e Ratzenberger – è stato un momento cruciale nel cambiare gli standard di sicurezza e sono qui perché non deve essere dimenticato. La minaccia nelle corse è sempre presente quando si corre a velocità così elevate, la sicurezza sta progredendo enormemente, ma non si potrà mai essere completamente sicuri al 100%.”